sabato 30 marzo 2013

BUONA PASQUA!


fai un bel gesto per questa Pasqua 2013!
scegli un regalo dalla Lista dei Desideri

La lista dei Desideri è il sito di Save the Children dove puoi trovare regali disegnati per aiutare a cambiare la vita di tanti bambini in tutto il mondo.
Il regalo che scegli online andrà simbolicamente ai tuoi amici, che riceveranno una simpatica cartolina, un'ecard o una videocartolina con certificato di donazione, e concretamente a beneficio dei bambini delle aree in cui Save the Children lavora.
Ci sono doni per ogni tipo di evento, per tutte le tasche e sono tutti regali che possono fare la differenza!

venerdì 22 marzo 2013

CAPITOLO 2


Adulti da sinistra: Zia Nony, zio James e zia Bun
Bambini da sinistra: Eglantyne, Gamul, Dorothy e Lill 
Hallam 1889

Questo secondo capitolo si apre con la visita della casa d'infanzia di Eglantyne, "The Lyth". L'autrice, accompagnata dal nipote di Eglantyne Lionel, scopre il magico luogo in cui la fondatrice di Save the Children è cresciuta. è una fantastica casa coloniale della prima metà del XIX secolo, il tempo è stato così clemente da conservarla intatta. 

Eglantyne, nata nel 1876, trascorse la sua infanzia tra i cavalli della tenuta, gli sterminati prati e tra i libri della biblioteca personale. 
Il padre, Arthur, era un avvocato e un fervente conservatore, ma nonostante le sue attività politiche e legali era un uomo molto sensibile, gentile ed intellettuale, fu infatti definito dalla sua primogenita "sensibile come una donna". La madre, Tye, era una conservatrice anglicana, fondatrice della "Home Arts and Industries Association". Fu lei a trasmettere a Eglantyne la forte coscienza sociale verso gli altri, specialmente verso i bambini. 

Da questa armoniosa e socialmente importante coppia nacquero sei bambini, Eglantyne fu la quarta. 
Fin da piccoli i sei giovani Jebb furono indirizzati verso la letteratura e la politica, il padre, infatti, soleva portare con sé i figli ai suoi dibattiti e agli incontri letterari a cui i piccoli partecipavano con timorosa e titubante adorazione nei confronti del genitore.
Eglantyne era la poetessa di famiglia, tutti i suoi familiari vedevano certo il suo futuro di scrittrice. Fin da piccola per sfuggire al caos della grande famiglia si rifugiava nei suoi sogni, e con la sua fervida immaginazione creava mondi e personaggi che poi metteva per iscritto. Alcuni suoi scritti, sulla scia della Austen, trattavano del rapporto tra sorelle, mentre altri, ispirati a Scott, vertevano su argomenti di cavalleria. Le eroine delle sue storie erano coraggiose condottiere e tutte votate al sacrificio personale.
All'età di nove anni, coinvolse l'intera famiglia nella sua passione per la militanza. Creava mappe e bandiere, si inventava contee e titoli e inscenava scene di battaglia azzardando svariate tecniche di guerra.
Una volta cresciuta, abbandonò i giochi di guerra e le favole immaginarie per dedicarsi allo studio del francese, tedesco de del pianoforte, sempre sorvegliata dall'istitutrice. Successivamente fu la zia Bun a completare la sua educazione e ben presto i romanzi cavallereschi furono sostituiti dal "The Times". La zia Bun ebbe un'ulteriore influenza nei confronti di sua nipote. In quanto Liberale incrementò in lei l'interesse verso i diritti umani, l'istruzione aperta alle donne ed il suffragio universale, che portarono alla stesura dei suoi primi romanzi, tra cui "The Rebel".
Ma in quel tempo un'altra ondata di cambiamento si stava avvicinando: Darwin, che, con le sue teorie avanguardistiche sconvolse la cieca fede cattolica di Eglantyne, spingendola verso l'agnosticismo.

L'atmosfera del Lyth fu la perfetta incubatrice per formare la pioniera che fu Eglantyne, ma questa aria di riforme e di avanzamenti intellettuali si fermò bruscamente con la morte improvvisa del padre Arthur, all'età di 55 anni. La moglie e l'intera famiglia furono devastati dal dolore. Da una famiglia intimamente votata verso il sociale, i bisognosi, l'equità di diritti, non ci si sorprende a sapere che tutti i piccoli Jebb furono molto importanti, se non vitali, per contribuire a rendere il mondo un posto dove non ci fossero distinzioni. Ma nessuno quanto Eglantyne segnò la storia.

venerdì 15 marzo 2013

DUE ANNI dall’ inizio del conflitto in Siria

BAMBINI SOTTO TIRO



Due milioni di bambini intrappolati all’interno del territorio siriano sono vittime innocenti di un conflitto sanguinario che ha già fatto 70.000 vittime. Malnutrizione, malattie, gravi traumi e matrimoni precoci per le ragazzine sono ormai un rischio costante in Siria. Dopo due anni di violenze che non hanno fine nel paese, il nuovo rapporto dell’Organizzazione denuncia l’impatto devastante della guerra sui bambini, che faticano a trovare il cibo, a decine di migliaia sono costretti a vivere nascosti in fienili, parchi o nelle grotte, senza servizi igienici, e senza scuola, perché la gran parte degli insegnati sono fuggiti.


venerdì 8 marzo 2013

Testimonianza n° 2

LA TESTIMONIANZA DELLA VOLONTARIA BERENICE


"Spesso mi capita di pensare a quante sfortune si abbattono su di me e sulla mia vita, ma subito mi rendo conto di quanto invece io sono fortunata rispetto a tante altre donne, uomini e bambini. 
E’ per questo che trovo l’attività del volontariato un buon modo per riflettere su tante cose che spesso diamo per scontate, per dimostrare solidarietà verso chi è meno fortunato di noi, perché infondo noi siamo soprattutto cittadini del mondo! e dovremmo avere cura e interesse del nostro pianeta e soprattutto dei suoi abitanti e dimostrare solidarietà nei confronti del prossimo!
Grazie all’ attività con Save the Children, ho, per prima cosa, preso coscienza di tante cose che tutti dovrebbero conoscere e sul quale dovrebbero riflettere  più spesso, e con tante e diverse attività ho cercato di aiutare, facilitare, migliorare il lavoro che gli operatori di Save the Children svolgono ogni giorno in Italia e all’ estero, per cercare di migliorare le condizioni di vita dei bambini di tutto il mondo, che dovrebbero rappresentare il futuro e non la povertà, la miseria e lo sfruttamento"

domenica 3 marzo 2013

CAPITOLO 1 Immaginando Eglantyne


Come stavamo dicendo nonostante non abbia mai avuto figli e non abbia mai dimostrato di gradire particolarmente la compagnia dei bambini, Eglantyne è riuscita non solo a salvare milioni di loro abbandonati alla fame in seguito alle devastazioni della Prima Guerra Mondiale, ma ha anche definitivamente cambiato lo sguardo degli adulti sul mondo dell’infanzia. L’importanza del suo ruolo nella realizzazione di tutto questo è testimoniato dalla sua immensa eredità: Save the Children, la più grande organizzazione indipendente che opera in tutto il mondo per l’attuazione dei diritti dei bambini e delle bambine, e il riconoscimento di questi stessi diritti da parte delle Nazioni Unite che oggi li sanciscono in una dichiarazione ratificata da quasi tutte le nazioni del mondo. Nonostante l’enormità del debito che abbiamo nei suoi confronti, oggi però la sua storia è poco conosciuta. L’affermazione può sembrare paradossale eppure è la sua stessa biografa a rivelarlo, indicando in una fotografia, un paragrafetto a lei dedicato sul sito web dell’organizzazione, nella sua vecchia macchina da scrivere e nel nome di una sala riunioni, tutto ciò che della sua memoria restava nella sede di Save the Children in cui lei stessa operava. 

Nel primo capitolo del suo libro Clare Mulley ci racconta il suo primo vero incontro con Eglantyne. In quel periodo si stava occupando di un campagna di raccolta fondi per Save the Children che si presentava particolarmente difficile. Il problema non era tanto nei programmi proposti, quanto piuttosto nel fatto che la gente aveva cessato di ascoltare. Le organizzazioni umanitarie in favore dei bambini si erano moltiplicate, ma i grandi donatori cui potersi rivolge erano grosso modo gli stessi e questi cominciavano a sentirsi oppressi e a rifiutarsi di prestare aiuto. Come conseguenza dopo qualche settimana in cui continuava a ricevere solo rifiuti, Clare cominciava a dubitare e a scoraggiarsi fino a quando una frase di Eglantyne cambiò completamente la sua prospettiva: “il mondo non difetta di generosità, bensì di immaginazione e per di più è tremendamente occupato”. Rendere le persone consapevoli e partecipi dei problemi, questa era la genialità di Eglantyne. 

Clare scoprì così che la genialità di Eglantyne era racchiusa nella sua capacità di catturare l’immaginazione della gente rendendoli al tempo consapevoli dei problemi dell’umanità e fiduciosi di poter contribuire personalmente alla loro risoluzione. Fu proprio per questa scoperta che la Murrey si meravigliò ancor di più dell’oblio in cui la sua memoria era caduta. Le prime notizie sulla vita privata di Eglantyne che la sua nuova biografa riuscì a reperire, erano contenute in una scheda, compilata dagli archivisti di Save riguardante le Trentaquattro cose che non sapete di Eglantyne Jebb. Scorrendola venne così a conoscenza di alcuni aspetti curiosi della sua personalità quali il suo temperamento estremamente battagliero da bambina, o la sua enorme distrazione da adulta tale da farle dimenticare persino la meta dei suoi spostamenti. Adorava le arrampicate in montagna e ballare e si dedicava alla scrittura di pessimi romanzi d’amore, ebbe molte delusioni sentimentali e non fu certo la migliore raccoglitrice di fondi! Si trattava dunque di un’eroina piuttosto fragile, e forse proprio per questo molto più simpatetica. Ma fu solo nel 2001 quando sospese il lavoro per la maternità, che la Murrey decise di approfondire la conoscenza.

Il primo scritto biografico su Eglantyne risale a due anni dopo la sua morte e fu redatto con la collaborazione della sorella Dorothy. Il libro era intitolato La fiamma Bianca a sottolineare il grande fervore e l’incredibile ammirazione che Eglantyne aveva per il suo lavoro. Successivamente comparvero altri scritti per lo più poco noti dai quali si può tuttavia ricavare una cronologia degli avvenimenti principali della sua vita. Ciò che salta maggiormente agli occhi è il suo interesse per le problematiche sociali e la volontà di intervenire attivamente in esse che la portarono a sperimentare diverse forme di volontariato. In particolare risulta costante la lotta nei confronti delle idee conservatrici e delle leggi oppressive dell’epoca in cui visse. Dotata di un indubbio carisma riuscì a portare dalla sua parte non solo l’aristocrazia inglese, ma perfino il Papa e i governi bolscevichi. Costante fu il suo impegno nell’ informare l’opinione pubblica di quale fosse la reale situazione sociale, sfidando la censura governativa fino all’ arresto. La forza nel portare avanti i suoi progetti risulta tanto più ammirevole se si pensa al clima di sottomissione culturale e giuridica in cui le donne dell’epoca erano costrette a vivere, escluse dall’ istruzione e dal mondo del lavoro, relegate al solo ruolo di moglie e madri, avevano come unica possibilità di affermazione sociale il contrarre un buon matrimonio, ma anche in questo caso il miglioramento era solo effimero perché all’ autorità paterna non si sostituiva la libertà individuale, ma un nuovo padrone: il marito.

Considerando tutto questo viene dunque spontaneo domandarsi perché mai Eglantyne abbia tenacemente coltivato il suo obbiettivo arrivando perfino a danneggiare la sua salute. Perché non ha scelto la strada canonica dell’affermazione sociale: perché non si è sposata? perché non ha avuto figli? Sappiamo che soffriva di instabilità emotiva, come molte donne all’ epoca e quale logica conseguenza del clima di repressione in cui erano costrette a vivere, ma chi era in realtà Eglantyne?